venerdì 15 febbraio 2013

QUEI POSTI LONTANI. ISOLA DI LEWIS . . . e patate viola


E poi ci sono quei posti che ti mancano. Quelli lontani.

Quelli che per raggiungerli devi fare ore di aereo, di macchina e di traghetto.

Quei posti dove la gente che non conosci ti dà il buongiorno per strada, le macchine che incroci fanno i fari e tu ti chiedi cosa hai fatto di male, invece ti stanno semplicemente salutando.

Quei posti in cui magari la tua tabella di marcia ritarda perché nella migliore delle ipotesi il gregge sta tornando a casa, nelle peggiori invece perché ti trovi in mezzo alla stradina un’allegra famiglia bovina con ciuffo (perché io valgo) e delle corna che sembrano manubri di chopper, alle quali non frega un cippa che tu debba passare in in macchina, quasi ti invitassero a brucare con loro, ma per quanto sia affascinante brucare tu devi passare e allora con fare amichevole scendi dalla macchina e inizi a fare la DANZA SPOSTARELLA, immedesimandoti negli operatori che gestiscono il traffico aereo a terra negli aeroporti ti muovi, ondeggi, ti sbracci. Le mucche ti guardano con lo stesso interesse che guarderebbero un panetto di tofu. Allora rincari la dose ed emetti dei versi mucchiferi tra il musicale e il giunglesco. Non ti avvicini troppo perché se alla mamma passa per il cervello l’idea di accarezzarti con quei cornoni sei fregat*, e non vuoi/puoi espiare in prima persona i peccati di secoli di festa di San Firmino (!!!), allora decidi di risalire in macchina, ed è a quel punto che le Mucche Chopper si decidono di trasferirsi altrove. Hallelujaaaaaa . . . .

Quei post in qui ti trovi nel verde tra una mucca e un mponente monolite con addosso cinque mila anni di storia, il vento è la tua macchina del tempo, guardi il mondo con occhi diversi senza chiederti cosa c’è oltre l’orizzonte perché quello che ti basta è lì e PURROPPO in quei posti può arrivare in uno dei momenti più mistici di tutta la tua vita il monovolume prêt-à-porter con a bordo la “classica famiglia alto borghese italiana" (per la precisione di Milano, lo dico in modo da facilitarvi l’immaginazione dell'accento). Si riversano tutti fuori dal veicolo neanche si trovassero in Corso Buenos Aires. Come da tradizione ad ogni incontro italiano fuori dai confini noi iniziamo a fingere di essere una coppia nordica in trasferta, cosa possibile vista la mia carnagione cadaverica. In modo chiassoso si avvicinano ai monoliti, si lamentano per le cacche di mucca lì vicine (che abitano quelle terre da quando l’uomo si è fatto traghettare dall'oceano), uno per sino PRENDE L’IPAD PER FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO . . . come se non bastasse tutto questo a rovinarci l‘atmosfera , il pupo esclama verso agli adulti compagni di viaggio indicando la mucca col dito: “LA MIA CENAAAAAAAA”. Ed è in momenti come questi che tu capisci che è arrivato l'ora di imparare il Suomi e trasferirti nel nulla il prima possibile.

Quei posti in cui nei giorni di festa religiosa il mondo si ferma, i negozi e i ristoranti non aprono per nessuna ragione e i benzinai restano un miraggio. E allora ti premunisci, per quei 2 giorni fai delle scorte alimentari neanche fosse in arrivo l’apocalisse e soprattutto per non creare il panico non dici al tuo compagno che: i traghetti non ci saranno quel giorno perché il capitano deve stare in casa a pregare con la famiglia…


Quei post in cui arrivi al B&B e ad accoglierti accanto ad una collezione di riproduzioni di armi gotico/medievali (????) c’è un gatto . . sul tavolo . . . “cariiiino” dici, poi ti avvicini per accarezzarlo e ti accorgi che è IMPAGLIATO . . . °_°.
Proprio lì passerai la cena, vicino al gatto, perché abbiamo detto che è festa e nessuno ti vuole sfamare fuori dalle 4 mura domestiche. Allora mesi prima chiedi al proprietario di casa se ti può cucinare una cena, I’M VEGAN I HOPE THIS IS NOT A PROBLEM. No problem lui dice. Arriva il fatidico momento della cena, il gatto impagliato che ti guarda (?) e una tavola da 12 apparecchiata solo per 2 ad aspettarti. E poi ha inizio l’incredibile, impensabile, inimmaginabile. A pochi metri dal gatto impagliato, dietro una timida porta si nasconde una cucina professionale con i contro*fiocchi. L’uomo col gatto impagliato inizia a raccontarti della sua passione per la cucina e dei suoi viaggi in Cina, dopo di che hai un black out, non ricordi più nulla di quello che diceva perché davanti ai tuoi occhi sono iniziate ad arrivare pietanze di ogni tipo forma, sapore e colore. Ricordi solo la tua sensazione di smarrimento e notevole commozione guardando dei piatti tradizionali scozzesi e greci veganizzati per voi.
La quantità di cibo era veramente sconcertante. Dopo poco siete già pieni. Sei cert* di non avere mai mangiato così tanto in vita vostra. Non potevi lasciare nel piatto quelle delizie, coltivate nel suo orto . . . sarebbe stato come bestemmiare, in chiesa, nel giorno di festa!Tra le mille verdure che l’uomo col gatto impagliato cucinò c’erano 3 tipi di PATATE: pasta gialla, pasta rossa e pasta VIOLA.

In italia non ero mai riuscita a trovarle, poi a inizio anno mentre ero a zonzo facendo compere e vedo in lontananza delle scatoline VIOLA. Mi avvicino con fare guardingo con movimenti da topolino (zampettando ma apparentemente strisciando) . . .erano loro . . . le PATATE DI PASTA VIOLA.

Ecco il perché di questa cascata di ricordi. . .
Sull’Isola di Lewis ci torneremo prima o poi.
Cercheremo ancora conchiglie sulla spiaggia e guarderemo l’orizzonte fino a farci arrossare gli occhi dal vento.




E a voi? Che posti mancano?

22 commenti:

  1. Che meraviglia, le isole del nord sono una delle mie mete agognate, fino ad ora ho visto solo le Aran in Irlanda, ma prima o poi ci scamma un giro :D ma il gatto impagliato?????

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  2. Che meraviglia... Ci si immedesima sempre in ciò che racconti!
    Sono stati meno belli la coppia milanese, il gatto impagliato ma insomma mi sembra che di quel viaggio ne conservi davvero un bellissimo e godereccio ricordo! :)
    Le patate viola non le ho mai assaggiate, chissà Adriano che penserebbe? , anch'io le ho viste qualche giorno fa al supermercato ma non le ho prese, ero di fretta e boh... Verrà il momento come per le carote viola :)

    Non so quale posto mi manchi, vivo nel mio paradiso terrestre, nel mio mondo verde... Questo al momento mi basta ma chissà... Un giorno forse qualche posto mi mancherà... È sarà dolce ricordarlo :D

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  3. Che bel post Cesca!!
    Davvero mi hai fatta viaggiare con il pensiero! <3

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  4. @Capra: belle...sulle Aran ci siamostate 2 volte, un sogno :)Gatto impagliato rulez! :D

    @Camy: grazie cara :)

    @xcesca: baciuz ^_^

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  5. Ciao Cesca,
    e' la prima volta che visito il tuo blog ed e' fantastico!
    Ci sono davvero tante ricette sfiziose! Mi aggiungo ai tuoi lettori fissi,
    un abbraccio.

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  6. @Alessandra: grazie mille sei carinissima :)

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  7. grazie Cesca per aver condiviso questo tuo bel ricordo, è come se un po' ci fossi stata anch'io! A me manca tantissimo New York, perchè ci sono andata in viaggio di nozze ed è stato il viaggio più bello della mia vita, in primis per "la compagnia", poi la città, le persone, il clima, il divertimento, i colori, il cibo, l'arte....ahhhh!!!

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  8. @Sara: che città fantastica che deve essere NY, non sono mai stata così lontana da un giorno, prima o poi nella grande*melinda devo proprio andarci. Deve proprio essere un mondo spettacolare!

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  9. Mi hai fatto viaggiare :-)Sei sempre la solita fantastica Cesqua nello scrivere ;-)
    PAtate viola? Mai viste! Bacione

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  10. Che meraviglia di post Cesca!
    E che belle le isole del Nord... spero tanto di potere fare anch'io a breve un viaggio simile!

    Le patate viola non le ho mai trovate, così come le carote...sgrunt!!!
    Un abbraccio

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  11. @Chicca: è bello sapere che a olte si è in grado di far viaggiare le persone con la mente ^_^

    @Katy: ci sono posti che ti lasciano tanto dentro, le isole del nord a me hanno fatto questo effetto...sentirmi a casa ;)

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  12. Che bel post! Ho immaginato tutto!...a me in questi giorni manca il Senegal... :-) paese meraviglioso...
    Patate viola? Mai provate!

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  13. @Vitto: che bello che deve essere il senegal, di sicuro ti sei portata a casa tantissimi colori nel cuore!

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  14. Si tantissimi colori! Stupendo!

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  15. Come al solito leggo i tuoi post con molta gioia. Fai vivere alla perfezione ogni particolare. A me mancano diversi posti, tutti quelli dell'infanzia, le prime scoperte e ... il Portogallo. ^_^

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  16. Hai veramente un dono, mentre leggevo il tuo post, nella mia mente immaginavo la scena... Ma il cuoco? Com'e andata a finire? Lo hai salutato dopo cena? Mai mangiate le patate a pasta viola, mi piacerebbe assaggiarle, sono diverse?

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  17. mi è venuta voglia di partire... e sono andata a cercare questa isola di Lewis che, nella mia sconfinata ignoranza, non conoscevo. Sembra un posto davvero meraviglioso. Ci andiamo a vivere all together quando andremo in pensione (sigh) ?
    ti preparo pappette erbivore a volontà :)

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  18. @Ale: che bello il Portogallo! L'ho vissuto sia sul mare che nei paesini sperduti in montagna, è veramente un posto speciale :)

    @Zucchero d'uva: ti ringrazio :) il cuoco l'ho rivisto perchè era il burbero proprietario del b&b con questa doppia vita da cuoco sopraffino ^_^

    @Herbi: proposta accettata!!! Unica clausola: non impagliare nessuno! :D

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  19. Bellissimo..... commuovente, nostalgico, divertente.... Povero gatto impagliato :-(
    Ho trovato il mio posto, è dentro di me... in questi ultimi anni mi sento davvero serena, un lungo viaggio, anzi lunghissimo e ogni tanto devo ancora attraversare qualche ponticello, ma ora sono a casa....
    Senza patate viola, non le ho mai assaggiate :-(

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  20. Che bellissimo post, fai davvero sognare, e ho rivissuto con te la scena dello spostamento della mucca, solo che io l'ho fatto scendendo dalla moto con il casco in testa...così ero protetta da eventuali...colpi di testa.
    E sì anche noi fingiamo di essere stranieri di fronte a certa italianità.
    Ogni posto che visito mi resta nel cuore e quando penso che non c'è niente di più bello, ecco che il mondo mi sorprende nuovamente.
    Ma la Bretagna tutta per me resta magica e meravigliosa.
    Un abbraccio!

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  21. umm.
    non ho un posto che mi manca sai....
    ma mi piace molto leggere dei tuoi. grazie :D

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  22. Allora mi capisci! Anch'io l'ho conosciuto bene, tutto, e l'ho vissuto con degli "indigeni", è per questo che lo amo tanto! ^_^

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